Hardware vs Software

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Hardware vs Software: la progettazione del suono oggi. Creare esperienze di ascolto complesse nel tempo e nello spazio nell’era del Physical Computing.

Un po’ di storia

La storia della Musica Elettronica e del Sound Design è anche la storia dell’evoluzione dei dispositivi e delle tecnologie che hanno reso possibile trattare il “suono” a tutti gli effetti come un mezzo di espressione artistica. Da questo punto di vista è importante considerare le tecnologie del suono e, dunque, anche il Sound Design come dei campi di indagine da un lato scientifica e dall’altro artistica.

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Le tecnologie legate alla registrazione e riproduzione del suono sono state inizialmente meccaniche e successivamente elettriche ed elettroniche. Il Novecento è il secolo in cui nasce la musica elettronica e poi l’informatica musicale e il suono elettronico, prima esclusivamente analogico, diventa poi anche digitale.

A partire dalla fine degli anni ’90 del Novecento la diffusione esponenziale dei personal computer e la crescente diffusione di schede audio di buona qualità ha determinato la rapida crescita dell’utilizzo di strumenti software per la generazione e l’elaborazione del suono. I vantaggi offerti dalle soluzioni software sono stati numerosi e di varia natura: la facilità di controllo e di utilizzo, i prezzi contenuti rispetto ai dispositivi hardware, la smaterializzazione legata al passaggio dall’hardware al software. Allo stesso tempo questa trasformazione ha anche introdotto degli svantaggi legati alla diversa qualità del suono tra analogico e digitale e alla perdita dell’interazione fisica con i dispositivi.

E oggi?

Negli ultimi anni, nella Musica Elettronica e nel Sound Design, si sta rilevando un forte ritorno all’uso di sintetizzatori analogici d’epoca e di nuova produzione. A questa tendenza, i produttori stanno rispondendo rimettendo in produzione alcuni modelli fuori produzione o sviluppando nuovi prodotti analogici capaci di soddisfare questa domanda. Tutto ciò pone problematiche legate all’interfacciamento tra le varie macchine (specie per quelle più datate) e al controllo mediante apparati esterni (sequencer, computer,…).

La ricerca di Artis Lab

La nuova frontiera che sembra oggi molto interessante su cui Artis Lab sta puntando è un ritorno al passato aggiornato e sviluppato dalle attuali tecnologie di facile uso e a basso costo. La diffusione, ormai pervasiva di microcontrollori e di minicomputer, la nascita di campi di ricerca come il Physical Computing, l’Interaction Design e l’Internet of Things (IoT) rendono possibile realizzare la rivoluzione a cui si assiste nel campo dei Synth Modulari: la vasta diffusione di tecnologie analogiche controllate attraverso dispositivi digitali capaci di dialogare e interagire tra di loro anche attraverso la rete; lo sfumare sempre più del confine tra analogico e digitale poiché si diffondono moduli “analogici” dal cuore digitale e software digitali che simulano “perfettamente” i dispositivi analogici (per esempio VCVRack).

Hardware || Software vs Hardware && Software

Alla luce di ciò, il rapporto hardware-software sembra sempre di più dominato da processi di feedback in cui lo sviluppo e il prevalere di un aspetto, inevitabilmente, è controbilanciato, in seguito da fenomeni che portano all’evoluzione simbiotica anche dell’altro. Quindi l’opposizione di un tempo nella scelta tra hardware o software (|| – or) oggi probabilmente si è trasformata nella sintesi: hardware e software (&& – and).

Infatti, lo sviluppo di programmi di simulazione ha certamente origine del cambio di paradigma nato, in campo hardware, con il crescente sviluppo dei sintetizzatori modulari. La possibilità di connettere, più o meno, tutto con tutto, e la capacità di espandere e contrarre la tipologia e la quantità di moduli offre un enorme livello di flessibilità e di libertà nell’immaginare processi di generazione ed elaborazione del suono. Inoltre, la possibilità di adattare e modificare lo strumento nel tempo a seconda di esigenze tecniche e artistiche è un ulteriore fattore determinante che spinge molto la diffusione di questo approccio alla creazione di suoni elettronici.

Ma, come dimostra lo sviluppo dei programmi di simulazione dei synth modulari, questo stesso paradigma trova anche un ampio campo di applicazione nel software che ovviamente, grazie alla “leggerezza” della programmazione, offre una maggiore semplicità e rapidità di sviluppo dei progetti poiché non si è costretti a confrontarsi con la costruzione pratica e reale di circuiti elettronici e di dispositivi fisici.

Cosa ci riserva il futuro? Chi potrà saperlo, certamente però ci sarà da divertirsi!

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